Nuovi modi di abitare la casa: come archivio di memorie personali e come parte di una comunità

Abitare è infatti molto più che occupare uno spazio; si tratta di creare un ambiente che favorisca il benessere, ispiri la creatività e promuova la sostenibilità. L’architetto d’interni deve intercettare e comprendere i bisogni del committente per poi saper dar vita a spazi su misura.

Arch. Annalisa Panerari

Quando pensiamo alla casa che vorremmo abitare pensiamo ad un organismo vivo, che respira e che cambia in base alle nostre diverse esigenze di vita. La casa riveste un ruolo fondamentale perché ha lo scopo di farci stare bene, dobbiamo riscoprire il piacere di stare a casa. Abitare è infatti molto più che occupare uno spazio; si tratta di creare un ambiente che favorisca il benessere, ispiri la creatività e promuova la sostenibilità. Integrare arte, design innovativo e pratiche di vita ecologica nella propria casa può trasformarla in un rifugio che riflette i propri valori e migliora la qualità della vita. Dobbiamo inoltre riuscire a costruirci interni intimi, accoglienti e versatili per i momenti di condivisione in famiglia o con gli amici.


Ma come riuscire in questa difficile e complicata impresa?

 

La figura dell’architetto d’interni opera in questo ambito, prima di tutto deve intercettare e comprendere i bisogni del committente per poi essere in grado di dare vita a spazi su misura. Questi spazi devono far sentire il cliente la versione migliore di sé. Come in una vera e propria relazione sentimentale. Proprio per questo cerco sempre di sensibilizzare le persone che scelgono di coinvolgermi, fargli capire da subito che occorre andare oltre la mera identificazione dei mobili con cui ‘riempire’ la casa. Occorre lavorare sul proprio stile di vita e sulle proprie esigenze, migliorandole.

Per fare questo non c’è nulla di meglio che concepire gli ambienti della vita quotidiana come un giusto mix tra il circondarsi di oggetti del cuore, arredi di design e pezzi d’arte scelti con passione.

Sempre più di frequente il design, la pittura e la scultura fanno parte delle nostre case, abitano la nostra quotidianità, donando bellezza al nostro spirito. Il progettista d’interni deve essere quindi molto sensibile, concepire layout, scegliere materiali, superfici e colori, studiare lo spazio e la luce, per definire luoghi dove vivere con l’arte in maniera fluida e disinvolta, in un dialogo intenso, colto e soprattutto mai forzato, in equilibrio tra funzionalità e stile di vita.


La casa come archivio di memorie personali ed universali


Gli arredi e gli oggetti di design che sempre più spesso utilizziamo nei nostri interni fanno riferimento ai grandi maestri del passato ed alla tradizione manifatturiera; tuttavia, non rimpiangono il passato ma lo reinterpretano in chiave contemporanea. Questi richiami senza nostalgia ci ricordano che il progetto dell’abitare è sempre un continuo divenire del contemporaneo.

Il modernariato o design storico, è un fenomeno ormai molto diffuso. Parliamo di arredi realizzati dai primi anni del ‘900 fino ai giorni nostri, coinvolgendo ditte importanti e architetti o designer di successo. Questi arredi hanno raggiunto cifre impensabili nelle aste internazionali e sono veri e propri oggetti d’arte: dimostrano come la qualità sia senza tempo, un ottimo investimento ed una scelta sostenibile. La bellezza, quindi, vince sul consumismo usa e getta. Personalmente ho una forte spinta ad utilizzare questi arredi, mi sembra che oltre ad aggiungere funzionalità e bellezza nelle case, aggiungano una parte della nostra storia, abbiano un contenuto, siano il frutto di una ricerca funzionale ed estetica del passato, di successo.

Nella nostra provincia, questa tendenza è ahimè ancora poco compresa, c’è sensibilità quasi esclusivamente sui pezzi più iconici, ma prevale uno stile di arredo che li rende scollegati dal resto, li isola, contenendoli in case contemporanee con arredi minimali. A me piace utilizzarli per ricreare in chiave moderna, le ambientazioni che ispiravano quando furono creati. Spesso rappresentano una scelta azzeccata perché donano carattere e autenticità, ricchezza di materiali, comodità ed eleganza.



La casa come parte di una comunità


Ovviamente la nostra casa non è un organismo chiuso, anzi deve dialogare con il luogo in cui si trova, deve stabilire delle connessioni. È sempre più importante promuovere un senso di comunità e connessione sociale all'interno del proprio quartiere, ad esempio organizzando eventi artistici o attività varie che uniscano le persone per un bene comune. Occorre creare spazi condivisi, giardini comunitari o installazioni di arte pubblica che arricchiscano l'esperienza collettiva di vivere nella propria zona.

Abbracciando così l'arte, il design e le pratiche di vita ecologica, possiamo creare una casa che non solo rifletta il nostro stile e i nostri valori personali, ma che in qualche modo ispiri anche un cambiamento positivo nella nostra vita e nella comunità in cui viviamo.

Dall’incorporare l’arte e le diverse espressioni creative, alla priorità della sostenibilità, questi nuovi modi di vivere la casa possono trasformare i nostri spazi abitativi in ambienti accoglienti che promuovono il benessere, la creatività e la connessione con il mondo che ci circonda.

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